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Zorax, il liquido radioattivo gentile

  • Immagine del redattore: MammaFantasia
    MammaFantasia
  • 21 dic 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 5 mar

Zorax, il liquido radioattivo gentile
Zorax, il liquido radioattivo gentile

C’era una volta, nella futuristica città di Neonspire, un bidone dimenticato in una vecchia fabbrica abbandonata. Al suo interno viveva Zorax, un liquido radioattivo brillante, di un verde intenso e affascinante. A differenza degli altri rifiuti tossici, Zorax non era cattivo o spaventoso. La sua luce emanava calore e gentilezza. Il suo sogno era fare amicizia con qualcuno e sentirsi utile nel mondo.


Ma per Zorax non era semplice. Gli altri scarti della fabbrica non facevano che prenderlo in giro. I Vapori Tossici, con le loro voci sibilanti, dicevano:

"Guarda chi c’è! Zorax, il liquido luminoso! Troppo brillante per essere pericoloso!"


E i Cilindri Corrotti, arrugginiti e maligni, ridevano:

"A che serve essere radioattivo se non fai paura? Sei solo un errore chimico!"


Ogni volta che lo deridevano, Zorax si rannicchiava nel suo bidone, e la sua luce diventava più fioca. Si sentiva diverso, escluso e inutile.


Un giorno, un gruppo di giovani esploratori della città si avventurò nella fabbrica abbandonata. Tra loro c’era Elyon, un ragazzo spesso preso in giro all’Accademia di Neonspire. I suoi compagni lo chiamavano "Ely il piccolo" per la sua corporatura esile e il carattere sognatore.


Mentre gli altri si aggiravano tra i macchinari arrugginiti, Elyon si avvicinò a un bidone illuminato da una luce verde brillante.

"Wow! Che splendore incredibile," sussurrò. "Sei… vivo?"


Zorax, timido, esitò, ma alla fine rispose con una voce tremolante:

"Sì, sono vivo. Mi chiamo Zorax. Ma non avvicinarti troppo… non voglio farti del male."


Elyon sorrise. "Non sembri pericoloso. Anzi… sembri triste."


Quelle parole colpirono Zorax. Nessuno gli aveva mai parlato con gentilezza. Così raccontò a Elyon come gli altri lo prendevano in giro e di quanto si sentisse inutile.


Elyon annuì comprensivo. "Anche io vengo preso in giro ogni giorno. Ma sai cosa penso? Tu sei speciale. Brilli! Nessuno come te può illuminare il buio."


Incoraggiato dalle parole di Elyon, Zorax si sentì per la prima volta speranzoso. "Forse potrei essere utile," disse. "Ma non so come."


Elyon pensò per un attimo, poi sorrise. "Sai, vicino alla nostra accademia c’è un vecchio hangar dove i ragazzi più grandi si ritrovano. Sono sempre cattivi e prepotenti. Ma se ti portassi lì, potresti mostrare loro che anche chi è diverso può essere speciale."


Zorax si illuminò di più. "Come pensi di farlo?"


Elyon rispose con entusiasmo. "Useremo la tua luce per trasformare quel posto buio in qualcosa di magico. Forse, vedendoti, capiranno che non devono giudicare chi è diverso."


Quella sera, Elyon tornò alla fabbrica con un piccolo carro per trasportare Zorax fino all’hangar. Il liquido radioattivo tremava di emozione, pronto a mostrare il suo valore.


Arrivati all’hangar, Zorax si riversò lentamente fuori dal bidone, formando una pozza luminosa sul pavimento. La luce verde illuminò l’intera stanza, proiettando ombre danzanti sulle pareti. I ragazzi più grandi, che stavano scherzando rumorosamente, si fermarono di colpo.


"Che cos’è questa cosa?!" gridò uno di loro, un ragazzo robusto di nome Kaor.


Elyon fece un passo avanti, con il cuore che batteva forte. "Questo è Zorax. È mio amico. Non è pericoloso, ma è speciale. Guardate cosa può fare."


I ragazzi più grandi risero nervosamente. "Speciale? È solo un mucchio di liquido strano!"


Ma proprio in quel momento, Zorax decise di mostrarsi per quello che era. Con un bagliore intenso, proiettò una luce calda che riempì tutto l’hangar. Le pareti grigie iniziarono a brillare come stelle, e scintille luminose danzavano nell’aria.


I ragazzi rimasero a bocca aperta. "Wow," sussurrò Kaor. "Non ho mai visto niente di simile."


Elyon prese coraggio e parlò. "Sapete, Zorax si sentiva inutile perché veniva preso in giro. Ma guardate quanto è straordinario. Forse anche voi potreste smettere di prendere in giro gli altri e cercare ciò che li rende unici."


Kaor chinò il capo, imbarazzato. "Hai ragione, Elyon. Mi dispiace per come ci siamo comportati. Pensavamo che essere forti significasse essere prepotenti. Ma tu e Zorax ci avete insegnato che la vera forza è accettare e aiutare gli altri."


Da quella notte, la vita cambiò per tutti. Kaor e i suoi amici smisero di essere prepotenti e cominciarono a rispettare gli altri. Elyon, invece, guadagnò nuovi amici e tanta fiducia in se stesso.


Quanto a Zorax, venne portato con cura all’Accademia di Neonspire, dove divenne una preziosa risorsa per le lezioni di scienza e una fonte d’ispirazione per tutti gli studenti. Ogni volta che qualcuno si sentiva triste o solo, Elyon lo portava a vedere Zorax.


La sua luce verde, calda e rassicurante, ricordava a tutti che ciò che sembra diverso può essere straordinario.


Morale della storia: Non bisogna giudicare chi è diverso, perché ognuno ha una luce speciale che aspetta solo di essere scoperta.


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