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Francesco, la Bicicletta di Utrecht

  • Immagine del redattore: MammaFantasia
    MammaFantasia
  • 19 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 14 giu




Francesco, la Bicicletta di Utrecht
Francesco, la Bicicletta di Utrecht

C’era una volta, nella bellissima città di Utrecht, una bicicletta rossa fiammante di nome Francesco. Non era una bicicletta qualunque: Francesco era orgoglioso di vivere in una città dove le biciclette avevano strade tutte per loro, con semafori, cartelli e persino parcheggi coperti!


Francesco abitava nel più grande parcheggio per bici del mondo, proprio vicino alla stazione centrale. Ogni mattina, aspettava con entusiasmo che il suo giovane amico Sam lo venisse a prendere per andare a scuola.


— "Pronto per una nuova avventura, Francesco?" — diceva Sam, saltando in sella.

— "Sempre pronto, mio pilota!" — rispondeva Francesco, anche se solo Sam poteva sentirlo davvero.


Insieme percorrevano piste ciclabili che sembravano fiumi di colori: bici gialle, blu, verdi, con cestini e campanelli che suonavano come canzoncine.


Un giorno, mentre tornavano a casa, Francesco vide una piccola bicicletta parcheggiata da sola vicino a un ponte. Sembrava triste e impolverata.


— "Sam, possiamo fermarci un attimo?" — chiese Francesco con il suo vocione gentile.


Sam, che amava ascoltare il cuore delle cose, scese e si avvicinò. La bicicletta era vecchiotta, con una gomma sgonfia e la catena un po’ arrugginita.


— "Mi chiamo Celeste" — sussurrò la bicicletta timidamente — "nessuno mi vuole più…"


Francesco si avvicinò piano piano.

— "Ogni bicicletta ha una storia da raccontare. E io conosco un posto perfetto per te!"


Il giorno dopo, Francesco e Sam portarono Celeste in una ciclofficina dove mani esperte le restituirono colore, forza e un campanello nuovo di zecca.


Qualche giorno dopo, Celeste trovò un nuovo piccolo ciclista: una bambina di nome Beatrice, che la scelse per esplorare Utrecht con occhi curiosi e tanta fantasia.


Da quel giorno, Francesco e Celeste si incontravano spesso sulle piste ciclabili. Si salutavano con un tring tring! allegro, sapendo che ogni corsa era un pezzetto di felicità condivisa.


E mentre il sole tramontava su Utrecht, Francesco sussurrava al vento:

— "Che bello essere una bici… in una città che sa ascoltare le ruote."

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