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La storia di Otto, l’aeroplano coraggioso

Aggiornamento: 6 giorni fa

La storia di Otto, l'aeroplano coraggioso
La storia di Otto, l'aeroplano coraggioso

C'era una volta un aeroplano di nome Otto. Era un piccolo aereo da turismo, con ali lucenti e un'elica che brillava sotto il sole. Otto amava volare sopra le colline, i fiumi e le città, portando gioia ai suoi passeggeri. Ma Otto aveva un problema che gli rendeva i voli un po' complicati: soffriva di “scossoni”, come li chiamava lui.


Questi scossoni arrivavano senza preavviso, proprio come una turbolenza inaspettata. A volte Otto iniziava a tremare e sentiva le ali perdere il controllo, come se fossero inghiottite da una tempesta invisibile. I passeggeri si spaventavano, e anche Otto si sentiva molto insicuro.


Un giorno, mentre si preparava per un nuovo volo, Otto confidò il suo timore al saggio vecchio dirigibile Zefiro, che da anni riposava nel hangar accanto al suo.

"Zefiro, perché mi succede questo? Tutti gli altri aerei volano senza problemi, mentre io tremo e perdo il controllo. Mi sento rotto."


Zefiro lo guardò con occhi gentili e gli disse:

"Otto, le tue scosse sono come le perturbazioni che incontriamo nel cielo. Non possiamo evitarle, ma possiamo imparare a gestirle. Tu non sei rotto, sei unico. Proprio come il cielo sa adattarsi al vento, anche tu puoi trovare il tuo modo di volare."


Quelle parole fecero riflettere Otto. Il giorno dopo, durante un volo, accadde di nuovo: Otto iniziò a tremare. Era come se una tempesta si stesse formando dentro di lui, anche se fuori il cielo era sereno. Il pilota a bordo, il Capitano Viola, notò subito il problema.

"Otto, è tutto ok! Rallentiamo un po', e respira profondamente."


"Respirare? Come fa un aeroplano a respirare?" pensò Otto, confuso.

Ma poi ricordò le parole di Zefiro: “Adattati al vento.” Così provò a fare quello che poteva: rallentò l’elica e mantenne le ali stabili, come se stesse danzando con la perturbazione invece di combatterla.


I passeggeri si aggrapparono ai loro sedili, ma nessuno si lamentò. Anzi, una bambina di nome Mia disse:

"Mamma, sembra di essere sulle montagne russe! Che emozione!"


Quando Otto atterrò, il Capitano Viola lo accarezzò gentilmente sull’ala.

"Bravo, Otto. Hai gestito tutto alla perfezione. Ricorda, non importa se ci sono scossoni, l'importante è sapere come affrontarli."


Col tempo, Otto imparò a gestire sempre meglio le sue scosse. Scoprì anche che, proprio come le turbolenze, non erano qualcosa da temere, ma da affrontare con pazienza e coraggio. I passeggeri che volavano con lui tornavano sempre, e molti lo consideravano l’aereo più speciale di tutti.


Da quel giorno, Otto smise di vergognarsi dei suoi scossoni e capì che, anche con le sue difficoltà, poteva continuare a fare quello che amava di più: volare e rendere felici gli altri.


Fine.






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