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La spiaggia canterina

  • Immagine del redattore: MammaFantasia
    MammaFantasia
  • 1 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 5 mar


La spiaggia canterina
La spiaggia canterina

Silvano adorava il mare. Ogni estate aspettava con impazienza il momento in cui i suoi genitori lo avrebbero portato in vacanza. Ma quell’anno la destinazione era speciale: stavano per visitare la Scozia, una terra di paesaggi incantati, castelli misteriosi e… spiagge che cantano.


«Sai, Silvano,» gli disse suo padre mentre il traghetto solcava le acque fredde dell’Atlantico, «stiamo andando su un’isola dove la sabbia suona davvero.»


Silvano aggrottò la fronte. «Dici sul serio?»


La mamma sorrise. «Aspetta e vedrai.»


Dopo un viaggio tra stradine tortuose, scogliere imponenti e pascoli verdi, raggiunsero l’isola di Eigg, una delle Ebridi Interne, in Scozia. L’aria era fresca e profumava di salsedine e di erba bagnata dalla pioggia. I gabbiani volavano sopra di loro, mentre il cielo si tingeva di grigio e oro al tramonto.


Finalmente, arrivarono alla famosa Singing Sands, una spiaggia nascosta tra le insenature rocciose dell’isola. Silvano rimase senza fiato: la sabbia era di un bianco luminoso, punteggiata da piccole conchiglie. Sembrava una spiaggia normale, eppure…


Appena fece un passo, sentì un suono leggero, quasi un sussurro musicale.


Squik!


Silvano sgranò gli occhi e camminò più veloce.


Whoosh!


«Avete sentito?» gridò, emozionato.


I suoi genitori risero. «Te l’avevamo detto!»


La spiaggia sembrava rispondere a ogni suo movimento, come se sotto la sabbia ci fosse un’orchestra invisibile.


Silvano si chinò e raccolse un po’ di sabbia tra le mani. Era setosa e finissima, ma quando la lasciò scivolare tra le dita, emise un leggero fruscio.


«Perché succede?» chiese, curioso.


Un’ombra si mosse vicino a una duna e, con sua grande sorpresa, Silvano vide avanzare una vecchia tartaruga dal guscio coperto di sabbia.


«Benvenuto, piccolo viaggiatore,» disse la tartaruga con voce calma e profonda.


Silvano la fissò, incredulo. «Tu… parli?»


«Solo con chi sa ascoltare la voce della terra,» rispose lei con un sorriso saggio.


Il bambino si sedette accanto a lei. «Mi spieghi perché la sabbia canta?»


La tartaruga osservò il mare in tempesta. «Questa spiaggia è speciale perché i suoi granelli sono ricchi di silice e hanno una forma particolare. Quando vengono mossi dal vento o dai passi delle persone, si strofinano tra loro e producono un suono.»


Silvano annuì, affascinato. «Succede solo qui?»


La tartaruga scosse la testa. «No, piccolo amico. Anche nei deserti più lontani la sabbia canta. Se viaggiassi fino al Marocco o all’Oman, troveresti dune enormi che suonano come tamburi quando la sabbia scivola lungo i pendii.»


Silvano strabuzzò gli occhi. «Davvero?»


«Sì,» continuò la tartaruga. «Nel Sahara, le dune di sabbia producono suoni profondi e misteriosi, come il ruggito di un leone. E nel deserto dell’Oman, quando il vento soffia forte, la sabbia canta una melodia antica.»


Il bambino immaginò immense onde di sabbia dorata che si muovevano al ritmo del vento, creando suoni magici nel silenzio del deserto.


«È bellissimo!» esclamò. Poi il suo sguardo si posò su una bottiglia di plastica incastrata tra le rocce.


La tartaruga abbassò la voce. «Ma la sabbia smette di cantare se non viene rispettata.»


Silvano si morse il labbro. Guardandosi intorno, notò altri rifiuti portati dal mare. Senza pensarci due volte, iniziò a raccoglierli. Anche i suoi genitori lo aiutarono e, presto, altri visitatori si unirono a loro.


Quando la spiaggia tornò pulita, Silvano fece un altro passo.


Squik!


La sabbia cantava di nuovo.


La tartaruga sorrise. «Ora hai capito il vero segreto della spiaggia canterina.»


Silvano annuì, felice. Sapeva che, ovunque nel mondo, il rispetto per la natura avrebbe sempre fatto suonare le note più belle.




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