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Il filo rosso di Elia

  • Immagine del redattore: MammaFantasia
    MammaFantasia
  • 14 gen
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 5 mar

Il filo rosso di Elia
Il filo rosso di Elia

C'era una volta un piccolo gomitolo di lana rosso, lucente e morbido, di nome Elia. Era speciale, non solo per il suo colore acceso che sembrava un tramonto d’inverno, ma anche per il suo carattere introverso. Elia non amava stare al centro dell’attenzione; preferiva osservare il mondo dal suo angolino nel cassetto della nonna, dove era circondato da ferri da maglia, bottoni colorati e altri gomitoli.


Ogni tanto, qualche gomitolo lo chiamava per giocare:

"Vieni, Elia, rotoliamo insieme sul pavimento!"

Ma lui scuoteva il filo – o almeno così sembrava – e rispondeva timidamente:

"Grazie, ma preferisco stare qui."


Il suo angolino era un rifugio sicuro. Lì, Elia poteva ascoltare il lieve ticchettio dei ferri della nonna, il fruscio delle pagine del suo libro preferito, o persino il canto sommesso degli uccellini fuori dalla finestra. Tuttavia, Elia aveva un problema: si ingarbugliava facilmente. Bastava un tocco maldestro, un piccolo movimento troppo brusco, e i suoi fili si annodavano in modi che nemmeno lui sapeva spiegare.


"Elia, sei un disastro!" ridevano gli altri gomitoli. "Non diventerai mai una sciarpa elegante o un maglione caldo!"

Quelle parole lo ferivano profondamente, anche se cercava di non darlo a vedere. Ogni nodo lo faceva sentire ancora più insicuro e lo spingeva a chiudersi di più nel suo piccolo mondo.


Un giorno, la nonna aprì il cassetto e prese proprio Elia. "Finalmente ti userò per fare un bel berretto!" disse con un sorriso. La nonna iniziò a lavorare, ma non passò molto tempo prima che i fili di Elia si annodassero in un groviglio difficile da sciogliere. La nonna sospirò. "Oh, Elia, sei davvero complicato," mormorò, rimettendolo nel cassetto.


Elia si sentì inutile. "Forse hanno ragione," pensò, fissando il buio del cassetto. "Forse non sono fatto per essere qualcosa di bello."


Ma proprio mentre si perdeva in questi pensieri, sentì un suono delicato. Proveniva da una piccola farfalla di carta che si era incastrata tra i libri sul tavolo. Era bellissima, con ali decorate da motivi floreali, ma sembrava triste: un filo trasparente che la teneva sospesa si era spezzato, e ora non poteva più "volare".


Elia si fece coraggio e rotolò fino a lei. "Ciao," disse timidamente, "posso aiutarti?"

La farfalla lo guardò con un misto di curiosità e scetticismo. "Ma come puoi aiutarmi? Sei tutto annodato!"


Elia si sentì colpito da quelle parole, ma non si lasciò scoraggiare. "Forse i miei nodi possono servire a qualcosa," rispose. Con grande attenzione, srotolò una piccola parte di sé, lasciando il nodo al suo posto. Usò il filo libero per legare con delicatezza la farfalla a un nuovo supporto, più resistente. Quando terminò, la farfalla si librò di nuovo nell’aria, leggera e felice.


"Grazie, Elia! Senza di te non avrei mai potuto volare di nuovo," disse la farfalla, volteggiando intorno a lui.


Da quel giorno, Elia iniziò a vedere i suoi nodi con occhi diversi. Capì che, anche se sembravano un problema, potevano diventare una risorsa. Decise di trovare un modo per trasformare ogni nodo in qualcosa di utile o bello. Quando la nonna lo prese di nuovo, notò che Elia era cambiato: i suoi nodi non erano più solo grovigli caotici, ma piccole decorazioni che sembravano raccontare una storia.


La nonna, affascinata, decise di fare con lui un berretto speciale. Lavorò a maglia con pazienza, intrecciando i fili di Elia in modo che i suoi nodi diventassero parte del design. Il risultato fu un berretto unico: pieno di piccoli intrecci e dettagli che lo rendevano diverso da qualsiasi altro.


Quando la nonna lo mostrò agli amici, tutti rimasero colpiti. "Che berretto originale! Ogni nodo sembra avere un significato," dissero. E così, Elia capì che la sua unicità era un dono, non un limite.


Ora, Elia non si nascondeva più nel cassetto. Quando vedeva un altro gomitolo triste o insicuro, raccontava la sua storia: "I nostri difetti non ci definiscono. Sono solo un filo da intrecciare nel modo giusto."


E così Elia, il gomitolo introverso e ingarbugliato, diventò un esempio per tutti, dimostrando che anche il filo più difficile può creare qualcosa di straordinario, se usato con amore e creatività.


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