Il canto di Lilly
- MammaFantasia
- 29 dic 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 5 mar

C'era una volta, in una foresta verde e rigogliosa, una giovane usignola di nome Lilly. Gli usignoli del bosco erano famosi per il loro canto melodioso, capace di rallegrare ogni creatura nei dintorni. Ma Lilly aveva una difficoltà: non riusciva a cantare come gli altri. Quando apriva il becco, invece di note limpide e armoniose, uscivano suoni strani, spezzati e a volte persino lunghi silenzi.
Gli altri uccellini la osservavano con curiosità. Alcuni cercavano di aiutarla, ma altri si limitavano a ridacchiare.
"Prova a seguire me!" diceva Guido, un vecchio usignolo saggio e rispettato. Guido cantava con grande maestria, ma quando Lilly cercava di imitarlo, la sua voce si bloccava, e il risultato era sempre un disastro.
"Non così, Lilly," insisteva Mira, una gazza vivace. "Devi ascoltare il vento tra le foglie! Il vento ti insegnerà il ritmo." Ma per quanto Lilly tendesse l'orecchio, il vento sembrava parlarle in una lingua incomprensibile.
Ogni tentativo fallito aumentava il senso di frustrazione di Lilly. "Forse c'è qualcosa di sbagliato in me," pensava. Gli altri usignoli cantavano spontaneamente, mentre per lei ogni nota era una lotta.
Una sera, Lilly si rifugiò su un ramo lontano, immerso nella penombra. Le stelle brillavano nel cielo scuro, e l'aria era fresca e silenziosa. Lilly sospirò, guardando il cielo.
"Forse non sarò mai un vero usignolo," mormorò.
In quel momento, una piccola luce tremolante si avvicinò a lei. Era una lucciola, che illuminò dolcemente il viso triste di Lilly.
"Perché sei sola qui?" chiese la lucciola.
"Non riesco a cantare come gli altri usignoli," rispose Lilly, abbassando lo sguardo.
"Chi ha detto che devi cantare come loro?" chiese la lucciola, sorridendo. "Forse hai una melodia tutta tua, e non l'hai ancora scoperta."
Le parole della lucciola accarezzarono il cuore di Lilly. La giovane usignola non aveva mai pensato che la sua voce potesse essere diversa, ma ugualmente speciale. Decise di provare qualcosa di nuovo: cantare senza pensare, senza seguire i consigli di nessuno, semplicemente lasciando uscire ciò che sentiva.
La mattina seguente, mentre il sole colorava il cielo di sfumature arancioni e rosa, Lilly si appollaiò sul ramo più alto. Chiuse gli occhi, respirò profondamente e lasciò che i suoni dentro di lei trovassero la loro strada.
Il canto che uscì non era perfetto: era un insieme di note dolci, piccoli fischi, trilli e pause. Non seguiva uno schema tradizionale, ma raccontava una storia, una storia unica e sincera. Gli animali del bosco si fermarono, incantati. Le note di Lilly parlavano di emozioni profonde: di gioia, paura e speranza.
Guido e Mira, che si erano radunati insieme agli altri, rimasero sorpresi. "Non avevo mai sentito niente di simile," disse Guido, emozionato. "È bellissimo."
"È diverso, ma è speciale," aggiunse Mira con un sorriso.
Gli animali cominciarono a unirsi al canto di Lilly, seguendo il suo ritmo libero e spontaneo. In poco tempo, l'intera foresta vibrava di una sinfonia unica, nata dalla voce di un’usignola che aveva finalmente trovato il coraggio di essere se stessa.
Da quel giorno, Lilly non cercò più di imitare gli altri. La sua melodia speciale divenne un simbolo di unicità e bellezza nel bosco. Quando qualche uccellino si sentiva insicuro, Lilly raccontava la sua storia.
"Non importa come canti," diceva con dolcezza, "l'importante è essere te stesso. Solo allora la tua vera melodia potrà volare libera."
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