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Il bosco delle connessioni

  • Immagine del redattore: MammaFantasia
    MammaFantasia
  • 11 feb
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 5 mar

Il bosco delle connessioni
Il bosco delle connessioni

Nel cuore di una valle verde e rigogliosa, sorgeva un bosco speciale. Non era solo un insieme di alberi e piante, ma un luogo in cui ogni creatura era collegata da fili invisibili, come un'antica melodia che risuonava sotto terra.


In quel bosco viveva un giovane alberello di castagno di nome Virid. Non era ancora molto alto, eppure percepiva qualcosa di straordinario attorno a sé: un senso di appartenenza, come se non fosse mai davvero solo.


Un giorno, mentre si lasciava accarezzare dal vento, Virid vide il maestoso albero di quercia che dominava la radura. Si chiamava Grandus, ed era il più vecchio e saggio del bosco. Le sue radici affondavano così in profondità che sembravano toccare il cuore della terra.


Grandus lo osservò con benevolenza e disse:"Ti vedo curioso, giovane Virid. Sento che hai molte domande."


Virid annuì. "Come fai a sapere cosa penso?" chiese.


Grandus sorrise. "Perché siamo tutti legati, mio piccolo amico. Anche se non lo vedi, sotto terra esiste un mondo segreto, fatto di connessioni che ci tengono uniti. Non sei mai solo, anche quando credi di esserlo."


Virid aggrottò le foglioline. "Ma io non vedo nulla! Come possiamo essere connessi?"


Grandus si chinò leggermente e spiegò:"Immagina di essere una stella nel cielo. Ogni stella sembra brillare da sola, ma se guardi attentamente, scoprirai che tutte insieme formano costellazioni. Lo stesso accade nel nostro bosco: le nostre radici si intrecciano e ci permettono di comunicare. È un legame antico, più forte del vento e più profondo della terra."


Virid rimase in silenzio per un momento, poi chiese:"E a cosa serve questa connessione?"


Grandus indicò con un ramo un albero più piccolo, poco distante. "Vedi Silvan, il pino vicino al fiume? Se un giorno avesse bisogno d’acqua, le radici degli alberi più grandi lo sentirebbero e lo aiuterebbero a trovarla. Se invece arrivasse un pericolo, come un'invasione di insetti, gli alberi più anziani invierebbero un segnale, così che tutti possano prepararsi. È così che sopravviviamo e ci proteggiamo a vicenda."


Virid rimase a bocca aperta. "Quindi... ci parliamo davvero, anche senza parole?"


Grandus annuì. "Proprio così, piccolo Virid. È un linguaggio fatto di radici e terra, di cura e ascolto. Non sempre si vede, ma c’è."


Quella notte, mentre la luna illuminava dolcemente il bosco, Virid chiuse gli occhi e si concentrò. Provò a sentire, ad ascoltare con le sue giovani radici.


All'inizio percepì solo il silenzio, poi, lentamente, una vibrazione leggera, come un sussurro gentile che attraversava la terra. Era un messaggio, un segno che diceva: Siamo tutti connessi.


La mattina seguente, una tempesta si abbatté sul bosco. Il vento ululava e la pioggia cadeva forte, ma Virid non aveva paura. Sapeva che non era solo.


Sentiva la rete invisibile che lo legava agli altri, un filo sotterraneo che dava forza e protezione a tutti.


Quando la tempesta passò, Virid guardò Grandus con gratitudine. "Ora ho capito. Non importa quanto piccolo io sia, faccio parte di qualcosa di più grande."


Grandus sorrise. "E un giorno, Virid, sarai tu ad aiutare un giovane alberello a scoprire questa connessione, affinché il bosco continui a crescere forte."


Virid si allungò verso il cielo, sentendosi più grande di quanto fosse mai stato. Ora sapeva che, anche se le radici erano nascoste sotto terra, il loro legame era più forte di qualsiasi tempesta.


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