Angelo, il fantasma che non dormiva mai
- MammaFantasia
- 10 gen
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 5 mar

C’era una volta, in un vecchio castello abbandonato, un piccolo fantasma di nome Angelo. Angelo aveva un problema molto particolare: non aveva mai sonno. Mentre tutti gli altri fantasmi si riposavano nelle loro soffici bare di nuvole, Angelo vagava per le sale del castello, cercando qualcuno con cui giocare.
"Chi vuole fare una partita a nascondino?" gridava, ma nessuno rispondeva. I fantasmi adulti sbuffavano e gli dicevano: "Angelo, vai a dormire!"
Ma come poteva dormire, se non aveva sonno?
Una notte, stanco di girare a vuoto, Angelo decise di cercare amici fuori dal castello. Attraversò i boschi illuminati dalla luna e arrivò in un villaggio tranquillo. Le case erano immerse nel silenzio, e le luci erano tutte spente.
Angelo bussò alla finestra della prima casa. Dentro c’era una bambina di nome Giulia, che dormiva profondamente. Angelo, tutto eccitato, passò attraverso la finestra e la scosse leggermente.
"Giulia! Giochiamo a rincorrersi?"
Giulia aprì un occhio assonnato, guardò il fantasma e borbottò: "No, Angelo... è notte... lasciami dormire." E tornò a russare.
Angelo sospirò e provò nella casa accanto. Qui trovò un bambino, Alessio, che teneva stretto il suo cuscino preferito. "Alessio, facciamo una gara di capriole!" propose.
Ma Alessio, come Giulia, si rigirò e continuò a dormire.
Angelo era disperato. Nessuno voleva giocare!
Decise allora di tornare al castello, ma lungo la strada sentì un rumore: "Clack, clack, clack." Si voltò e vide una strana figura sotto un albero. Era un gufo con degli occhiali e un cappello da mago, che teneva in mano una scacchiera.
"Chi sei?" chiese Angelo curioso.
"Sono Gufo Bartolo," rispose la creatura con un inchino. "Sono un maestro di giochi da tavolo. Vuoi sfidarmi a una partita?"
"Un gioco? Certo!" rispose Angelo con entusiasmo.
Il gufo posò la scacchiera su un tronco e cominciò a spiegare le regole. Ma il gioco era davvero complicato. C’erano pedine, mosse da memorizzare e strategie da inventare. Dopo un po’, Angelo cominciò a sbadigliare.
"Questo gioco è… noioso," mormorò.
"Ah, noioso dici?" disse Bartolo con un sorriso. "Forse è perché non sei abituato a fermarti. Proviamo qualcosa di ancora più tranquillo: un puzzle."
Bartolo tirò fuori un enorme puzzle con mille pezzi. Angelo iniziò a cercare i pezzi da incastrare, ma gli occhi cominciarono a chiudersi.
"Non ci riesco," sussurrò, cercando di tenere aperti gli occhi.
Bartolo annuì. "Forse un po' di musica ti aiuterà."
Il gufo prese un flauto e cominciò a suonare una dolce melodia. Angelo si accoccolò su un morbido letto di muschio, i suoi sbadigli divennero più lunghi, e finalmente... si addormentò!
Bartolo sorrise e sistemò un piumone di foglie sopra Angelo. "Anche i fantasmi hanno bisogno di dormire, piccolo amico. I giochi saranno ancora qui domani."
Da quella notte, Angelo capì che anche il riposo poteva essere divertente. Tornò spesso da Bartolo per giocare e imparò che, dopo una bella dormita, giocare era ancora più bello!
Fine.
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